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La festa del SS Crocifisso, l’infanzia, le giostre, il torrone, la nostra Festa

I ricordi piu belli sono quelli dell’infanzia e averli trascorsi a Monreale significa aver assistito alla tradizione della festa del SS Crocifisso

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Pubblichiamo un racconto di Giuseppe Li Causi, storico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e innamorato della Città di Monreale, delle sue tradizioni e del SS Crocifisso.

Oggi voglio parlare dei miei ricordi d’infanzia per la festa del SS. Crocifisso che si svolge ogni anno a Monreale in provincia di Palermo, nei primi 3 giorni di maggio, da ben 395 anni e che da ben due anni a causa del covid non si svolge come prima.

Io vivevo a Monreale nei meravigliosi anni 70/80; anni in cui la festa era un vero e proprio evento con le strade che si riempivano di bancarelle di dolci, torroni, giocattoli e luminarie. La mattina dei primi di maggio alle 6, mi svegliavo con i colpi di mortaretti sparati dal monte Caputo; alle 9 il giro delle bande musicali per le vie della città, i carretti siciliani e le strade zeppe di gente da perdere il respiro che però riprendevo subito grazie al profumo del caldo torrone di mandorla cucinato nelle bancarelle.

Poi un salto a piazza Inghilleri dove c’erano le giostre, e tutti a divertirci sugli autoscontri. A pranzo andavamo a casa mangiare: a tavola non poteva mancare la pasta con il sugo di carne di crasto che poi, magicamente, si trasformava anche in secondo piatto. Nel pomeriggio le famose corse dei cavalli che attiravano tanta gente da tutta la Sicilia, poi le classiche passeggiate da una punta all’altra del paese (per farsi notare dalle ragazze) e arrivava la sera, in particolare quella del 1 e 2 maggio, tutti a Piazza Guglielmo per il classico concerto o spettacolo dei personaggi più in voga (ricordo Fogli, D’Angelo, Cugini di campagna, Christian, Franchi-Ingrassia etc.). Infine, verso le ore 2 si andava a casa a dormire, stanchi ma soddisfatti.

Il 3 maggio invece era una giornata tutta particolare, era il giorno della grande processione del SS. Crocifisso: verso le 11 nella chiesa della Colleggiata c’era la funzione dell’Arcivescovo di Monreale con tutte le autorità civili, militari e religiose; alle 14, uomini vestiti di bianco, i cosiddetti “Fratelli”, prendevano il SS. Crocifisso dall’altare, al grido di “Grazie padruzzu amurusu”, per portarlo al centro di via Umberto Primo dove veniva adornato di fiori e preghiere sino all’inizio della processione. A

Alle 18, all’arrivo degli Stendardi del SS. Crocifisso, dopo un pomeriggio di venerazioni e adorazioni, i del SS. Crocifisso, dopo un pomeriggio di venerazioni e adorazioni, i “Fratelli” sparavano i mortaretti e finalmente iniziava la vera Processione per le vie della città.

La gente si accalcava per far baciare il crocifisso ai bambini o per toccarlo con un fazzoletto. Nella notte, appena la processione giungeva in piazza, partivano i giochi d’artificio finali e lì si concludeva la festa con il SS. Crocifisso che tornava in chiesa.

Questi sono i miei ricordi d’infanzia di una festa che ancora oggi, dopo 395 anni, continua a svolgersi a Monreale per l’amore del Giuseppe Li Causi storico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

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