I carabinieri stanno indagando sull’omicidio di Salvatore Di Salvo, 69 anni, avvenuto martedì mattina in un agguato nelle campagne di contrada Cambuca, a Monreale, nella zona di Grisì. L’uomo è stato raggiunto da colpi di fucile al torace e all’addome mentre si trovava a bordo del suo fuoristrada Mitsubishi. Il veicolo, crivellato di pallini anche sul finestrino e sulla portiera lato guida, è stato ritrovato in un canneto, quasi nascosto dalla vegetazione. La posizione del corpo fa pensare a un tentativo di fuga. Di Salvo è stato trovato dal figlio, che lo seguiva a bordo di un trattore per alcuni lavori agricoli nel terreno di Grisì.
Le indagini dei Carabinieri
Le indagini, condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale, guidati dal colonnello Ivan Boracchia, e dai colleghi della stazione di Partinico, si concentrano sull’analisi delle telecamere di videosorveglianza di negozi e abitazioni di Borgetto. Si spera che le registrazioni possano fornire indizi sull’assassino o sul veicolo utilizzato per raggiungere la scena del crimine, a meno che il killer non si sia mosso a piedi attraverso le trazzere della zona. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i movimenti di Di Salvo prima dell’agguato, analizzando la sua posizione all’ingresso del paese e lungo la strada provinciale.
Il mistero del movente

Al momento, il movente dell’omicidio rimane un mistero. Gli investigatori stanno seguendo diverse piste, ma non ci sono ancora elementi che conducano a un sospettato. La dinamica dell’agguato, avvenuto in una zona isolata, suggerisce che l’aggressore conoscesse bene le abitudini della vittima e sapesse dove colpire senza essere visto. Per questo motivo, i carabinieri hanno nuovamente ascoltato familiari e amici di Di Salvo per ricostruire i momenti precedenti alla sua morte e verificare l’esistenza di eventuali conflitti o minacce.
L’analisi del cellulare e le relazioni sociali
Un elemento chiave delle indagini è il cellulare di Di Salvo. Gli inquirenti lo stanno analizzando alla ricerca di informazioni su possibili minacce o rancori. Inoltre, si stanno esaminando le relazioni sociali della vittima, che era fratello di Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio Group di Partinico, indagato per la strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia il 6 maggio scorso, in cui morirono cinque operai a causa delle esalazioni tossiche provenienti da un impianto di sollevamento fognario. L’omicidio ha scosso la comunità, che descrive Di Salvo come un uomo rispettato e dedito alla famiglia.