Ci sono responsabilità politiche dietro la grave sparatoria avvenuta a Monreale il 27 aprile? Se lo chiedono molti cittadini monrealesi, che sui social network si interrogano su chi avrebbe dovuto vigilare quella notte, o meglio, su chi avrebbe dovuto disporre un’adeguata vigilanza, dato che si trattava del sabati sera precedente alle manifestazioni di festa per i festeggiamenti del Santissimo Crocifisso. È noto, infatti, che durante le notti della festa del 3 maggio, una moltitudine di giovani si concentra nei locali tra via Benedetto D’Acquisto e via Cappuccini, affollandoli e rimanendo nei dintorni fino a tarda notte.
Negli anni passati non sono mancate le risse, il degrado, le lamentele dei residenti, e quindi ora ci si chiede perché nessuno abbia pensato di imporre limitazioni alla movida, come la chiusura anticipata dei locali, il divieto di vendita di alcolici da un certo orario in poi, la presenza di telecamere di videosorveglianza, ma soprattutto la presenza di forze dell’ordine come Polizia Municipale, Carabinieri e Polizia di Stato. Dopo i giorni di lutto, un lutto che resterà a lungo nella memoria e nei cuori di tutti, è tempo di dare risposte alla popolazione.

E quindi, all’unisono, si chiede alla politica monrealese, alle istituzioni, al sindaco, alla giunta comunale, al consiglio comunale, al presidente del Consiglio Comunale, di fornire spiegazioni ai cittadini. È forse il caso che qualcuno si assuma le proprie responsabilità, che chieda scusa, anche se le scuse tardive non riporteranno in vita i tre ragazzi. Che qualcuno si dimetta per quanto accaduto, anche se, ripetiamo, non servirà a nulla, poiché i tre giovani monrealesi sono morti a causa di una sparatoria furiosa, inimmaginabile, ma che forse, con la presenza delle forze dell’ordine, avrebbe potuto essere evitata.
Forse tutto si sarebbe concluso con una lite, anche violenta, ma l’intervento delle forze dell’ordine avrebbe potuto essere provvidenziale. Avremo mai una risposta dalla politica? Al momento abbiamo letto e sentito solo parole e attestati di solidarietà, ma arriverà il momento delle responsabilità?