Migliaia di persone. Un fiume infinito di gente. Una marea umana. È stata enorme la partecipazione alla fiaccolata in onore di Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli, uccisi nella folle sparatoria del 27 aprile. Un lungo pianto, un grande abbraccio che non si è fatto attendere.
Tante le urla, “Grazia Patruzzu amurusu”, i nomi dei ragazzi, preghiere, applausi scroscianti ma soprattutto la richiesta di GIUSTIZIA. Amici, parenti, conoscenti o semplicemente persone che sono rimaste colpite da cotanta barbarie hanno voluto rendere omaggio ai tre giovani monrealesi, strappati alla vita così presto. Tanti sogni, progetti, interrotti da una mano violenta.

Presenti le autorità civili, militari e religiose. Un grande serpentone di persone. Tutti uniti in un unico abbraccio. Monreale ha sete di giustizia adesso.
Dopo la sentita cerimonia religiosa celebrata nella Collegiata, la processione è partita da Piazza Guglielmo II, snodandosi per le vie della città. Un tappeto di fiori deposti davanti al bar dove è avvenuta la sparatoria, il percorso e gli striscioni carichi di dolore e di un forte messaggio di speranza – tra cui spiccava la toccante scritta “Il sole non lo spegni con gli spari” – hanno accompagnato il cammino della folla.
In prima fila, l’arcivescovo di Monreale, Monsignor Gualtiero Isacchi, il sindaco Alberto Arcidiacono,il presidente del consiglio comunale, Marco Intravaia, i rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, e le confraternite locali. Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, visibilmente commosso, ha espresso la sua profonda solidarietà alla comunità, sottolineando come “le parole in momenti come questi appaiano insufficienti a lenire un dolore così grande. Questa tragica vicenda – ha aggiunto il primo cittadino – deve però rappresentare un punto di partenza, uno sprone per una reazione concreta e corale che rafforzi i valori della convivenza civile.
La fiaccolata si è conclusa in un clima di profonda riflessione, lasciando un segno indelebile nella memoria di Monreale e rinnovando il desiderio di giustizia e di un futuro libero dalla violenza.
Le parole dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi hanno riempito le strade di speranza: “Vorrei chiedere a tutti il silenzio, la preghiera e che restasse quello che abbiamo vissuto questa sera. Vi invito tutti a pregare. Dobbiamo imparare dal Crocifisso: noi insieme possiamo cambiare la violenza con amore e attraversare la strada con il perdono. Una preghiera per i genitori”.
“Non avevo mai visto brillare così Monreale. Ci siamo uniti e ci siamo fatti forza e riusciremo ad alzarci. Dobbiamo riuscire a vincere la paura e ricominciare. L’uno ha bisogno dell’altro”. Questo il messaggio conclusivo del sindaco Alberto Arcidiacono, che ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla fiaccolata.