Riceviamo e pubblichiamo una nota del PD Monreale in merito alla manifestazione odierna del Giro di Sicilia a Monreale.
MONREALE – “Il Comune di Monreale ha emanato in data 8 maggio una delibera di Giunta per autorizzare una sfilata di auto d’epoca prevista per il 13 maggio in Piazza Guglielmo. Fin qui nulla di strano, se non fosse che, appena due giorni dopo, il 10 maggio, la stessa amministrazione in accordo con la Curia Arcivescovile e la Confraternita hanno vietato lo svolgimento della tradizionale processione del SS. Crocifisso, motivando la decisione con lo stato di lutto cittadino in seguito alla tragica morte di tre giovani monrealesi.

Una scelta che appare incoerente e che lascia l’amaro in bocca a una comunità già profondamente ferita. Il dolore per la perdita di tre giovani vite è stato (giustamente) al centro delle riflessioni civiche e religiose, ma risulta difficile comprendere come, in questo contesto, si possa considerare inappropriata una manifestazione religiosa e invece del tutto accettabile una sfilata di auto d’epoca, che ha tutt’altra connotazione.
I cittadini si interrogano: è più rispettosa del lutto una parata motoristica che nulla ha a che fare con la memoria o il cordoglio? Oppure si è scelto, ancora una volta, di sacrificare il sentimento religioso e le tradizioni del paese in nome di eventi più “appariscenti”?
La scelta della Giunta comunale appare come una forzatura che rischia di incrinare ulteriormente la fiducia della popolazione verso le istituzioni locali. Non si può chiedere rispetto e silenzio in un giorno, per poi festeggiare e sfilare solo poche ore dopo. Il lutto non può essere a intermittenza.
In molti chiedono spiegazioni. Quali criteri sono stati utilizzati per valutare l’opportunità delle manifestazioni? Perché l’amministrazione non ha ritenuto opportuno posticipare anche la sfilata, per coerenza e rispetto verso la tragedia?
Monreale merita chiarezza, coerenza e, soprattutto, rispetto per la propria identità. E quando la politica perde il senso del limite, è la cittadinanza a dover alzare la voce”.