Le prime bollette AMAP sono un salasso a Monreale, PD all’attacco: “Fallimento evidente”

MONREALE – Bufera sulle bollette dell’acqua a Monreale. Dopo il passaggio del servizio idrico ad AMAP (non ancora completato del tutto) il gruppo consiliare del Partito Democratico lancia un durissimo atto d’accusa contro la nuova gestione e l’amministrazione comunale, definendo l’operazione “un grave errore” i cui effetti sono già evidenti. Al centro della polemica ci sono le prime fatture recapitate ai cittadini, considerate inique e poco trasparenti, che hanno innescato una ferma richiesta di tornare alla gestione diretta del servizio.
La contestazione del Partito Democratico si concentra su due punti specifici che stanno creando sconcerto tra gli utenti. Primo fra tutti, la richiesta di un nuovo deposito cauzionale. Secondo i consiglieri dem, si tratta di una somma già versata in passato al Comune di Monreale, configurando di fatto un doppio pagamento per lo stesso servizio, definito “assolutamente inaccettabile”.

In secondo luogo, la fatturazione non si baserebbe sui consumi reali, ma su stime previsionali decise unilateralmente da AMAP, in assenza di una lettura effettiva dei contatori. Una pratica che il PD bolla come “arbitraria”, che “calpesta ogni principio di trasparenza e correttezza”. La domanda posta dal gruppo consiliare è diretta: perché questi oneri vengono scaricati sui cittadini e non gestiti direttamente tra AMAP e il Comune, legittimo detentore dei precedenti versamenti.
La nota del PD non risparmia critiche all’amministrazione comunale, accusata di “aver abdicato alla propria responsabilità” consegnando un bene primario come l’acqua a una gestione esterna “senza garanzie, senza controlli, senza difendere i cittadini”. Il percorso che ha portato al cambio di gestione viene descritto come “mal gestito” e tale da sollevare “più di un sospetto”.
A rendere il quadro ancora più complesso si aggiunge la questione irrisolta dei lavoratori dell’ex acquedotto comunale. Il loro passaggio formale ad AMAP, denunciano i consiglieri, non sarebbe ancora stato completato, lasciando il personale in un limbo di incertezza, “senza tutele e senza chiarezza”.
Di fronte a questo scenario, il Partito Democratico avanza richieste precise. Si chiede all’amministrazione di prendere atto del “fallimento” del modello AMAP e di avviare le procedure per un ritorno alla gestione “in house” del servizio idrico. Sul fronte immediato, si sollecita una verifica legale per determinare la legittimità delle bollette emesse e procedere a un eventuale annullamento.
Infine, il PD chiede la convocazione urgente dei vertici di AMAP affinché rispondano pubblicamente del loro operato. La conclusione della nota è un monito politico: se non ci saranno risposte e correttivi, “sarà legittimo pensare che dietro questa operazione si celino interessi nascosti e logiche che nulla hanno a che vedere con il bene comune”.